Il progetto

Esaminando il volto nascosto della parola tedesca bauen Heidegger risale all'originario buan, che vuol dire "abitare".
"Che significa allora:ich bin, io sono? L'antica parola "bauen", a cui si ricollega il "bin", risponde: "ich bin, du bist"; vuol dire: io abito, tu abiti.
Il modo in cui tu sei e io sono, il modo in cui noi siamo sulla terra, è il baun, l'abitare.
Essere uomo significa: essere sulla terra come mortale; e cioè abitare."
(Cft. M. Heidegger, Saggi e discorsi, a cura di Gianni Vattimo, Milano, MURSIA 1976, pg. 96)

Tornando a scavare dentro l'impasto etimologico della parola bauen, Heidegger vi rintraccia, insieme al significato di erigere e produrre, quello di coltivare, e afferma che "il costruire come abitare si dispiega nel costruire che coltiva, e coltiva ciò che cresce; e nel costruire che edifica costruzioni". Un ulteriore scavo lo conduce poi a specificare il senso profondo del coltivare, come aver riguardo, proteggere, aver cura.

Tra il costruire che coltiva e il costruire che edifica c'è quindi una stretta parentela perchè, in entrambi i casi, la terra viene trasformata.
Agricoltura e architettura sono due momenti dell'abitare che trovano nel paesaggio la loro connessione, momenti corali di un processo di umanizzazione in cui si esplica "l'aver cura"; e se l'agricoltura ha la conferma del suo ben operare dai frutti che la terra produce, al ben operare dell'architetto la conferma non può venire che da una armonia che si attua tra il sorgere e l'aver cura, tra il sorgere e il crescere, dove il sorgere è anche, come Heidegger spiega in Origine dell'opera d'arte, un rivelare, un "rendere visibile l'invisibile".

L'analogia tra agricoltura e architettura è l'indicativa, tra l'altro, di un modo nuovo di guardare entrambe come chiavi di lettura del rapporto uomo-terra e apre la strada a una ipotetica storiografia antropologica ben più attuale della sommatoria di storie disciplinari che vedono città, tessuto edilizio, paesaggio e opera d'arte architettonica come frammenti irriconducibili ad unità.

"L'abitare ci appare in tutta la sua ampiezza quando pensiamo che nell'abitare risiede l'essere dell'uomo, inteso come il soggiornare dei mortali sulla terra. Ma "sulla terra" significa già "sotto il cielo".

Entrambi significano insieme "rimanere davanti ai divini" e implicano una "appartenenza alla comunità degli uomini".

C'è una unità originaria entro la quale i Quattro: terra e cielo, i divini e i mortali, sono una cosa sola.

La terra è quella che servendo sorregge, che fiorendo dà frutti, che si distende inerte nelle rocce e nelle acque e vive nelle piante e negli animali.

Quando diciamo "terra", pensiamo gia insieme anche gli altri Tre, ma non riflettiamo ancora sulla semplicità dei Quattro.

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